Il pozzo di Santa Croce e gli altri pozzi di Castello
Esso sarebbe stata costruito nel 1630 sotto Filippo IV. La fontana risulta però molto più antica se si considerano i documenti archivistici. E’ nominata una prima volta nel 1400; viene citata nella relazione del Marchese di Pescara che è datata 1523, ed ancora nel 1543 in un documento del 1543 la ricorda attigua ad una torre e ad un abbeveratoio. La fontana di Santa Croce appare anche nella carta dell’Arquer del 1552, dove viene posizionata un po’ più a sud della chiesa di Santa Croce, ed ancora nei disegni secenteschi di Giorgio Palearo Fratino, che operò alcune modifiche alla struttura sovrastante il pozzo forse legate alla costruzione del palazzo dell’Annona. Nel 1828, nell’ambito dei lavori di ristrutturazione ed abbassamento di quota del pozzo di San Pancrazio, si realizzò anche una canalizzazione diretta per la fontana di Santa Croce, che divenne così il nuovo punto di prelievo per i venditori d’acqua cittadini. Parlando dei lavori pozzo di San Pancrazio lo Spano conclude: “L’acqua che si estrae si è fatta passare sotto il livello della piazza per mezzo di una canale in piombo che la conduce alla piazza di Santa Croce, ove esiste il deposito e dove con facilità concorrono i carri per trasportarla in città….” Nessuna notizia si ha invece del pozzo della Platea Casei, cioè la piazza del formaggio, dove è situata oggi la piazzetta del bastione di Santa Caterina, nonchè di un altro pozzo di Castello, inserito nella piazza Carlo Alberto o quanto meno limitrofo. Di quest’ultimo pozzo è rimasta però la testimonianza in un’ epigrafe del 1603 murata alla base delle scalette che collegano piazza Carlo Alberto e via Canelles. L’epigrafe ricorda lo scultore Scipione Aprile come progettista di questa fontana, realizzata per munificenza del sovrano Filippo III. Il testo riporta: “D. O. M. Calaris insignis Kegni caput inclyta nostri -- Sardiniue prìmas sub Majestate Philippi - Catholici regis tertii summique Monarchae - Pervigili comite Eldae sed Prorege Coloma - Munificum fontis opus urbs hoc edidit almi - In medio Castri celsaque in parte locavit - Patres Conscripti Gaspar Fortesa loannes - Otgerius Petrus Ste-phanus Quenza Antiochusque - Maltes Mattaeus Xintus fieri id satagebant -Scipio Apprilis hoc opus perfecìt An. MDCIII.” Da documenti d’archivio si rileva che nel 1778 la fontana non esisteva più e nel 1846 la municipalità, messa alle strette dalla solita penuria d’acqua nei pozzi cittadini, incaricava il muratore Francesco Regis di effettuare degli scavi per localizzare il pozzo. La struttura non venne però ritrovata; anche i recenti lavori di rifacimento del pavimento della piazzetta non hanno messo il luce il pozzo né hanno evidenziato strutture murarie che possano essere associate al pozzo.