Cengia Moi
Dopo un primo tentativo di riproporre su passu malu (una secondo fallimento in due giorni non potrei reggerlo) il grosso della ciurma, con la bocca ancora impastata dagli eccessi culinari della nottata precedente e dalle tentazioni mattutine sotto forma di merende e merendine, decide per la cengia Moi.Si vocifera sia una "cosa" tranquilla. Avvicinamento in macchina di 10 minuti, salitina a piedi di circa 15, passaggio in ferrata. Tutto facile.Così poiché il mattino ha l'oro in bocca ma noi preferiamo l'argento, ci raggruppiamo all'inizio del sentiero intorno alle 11.30 Iniziamo ad avventurarci. Infatti anche qui il sentiero non è segnato, manca sempre chi lo conosce bene e chi l'ha già fatto non si ricorda.Troviamo anche qualche passaggio in arrampicata, non proprio la mia specialità. Mettiamo le corde? Si va bene ma chi le ha portate? Tu. Io? Non dovevi prenderle tu? Abbiamo un cordino, dai facciamo con il cordino.Eh si, mi impicco! Mi parte l'ansia. Striscio come un verme in un punto dove starebbe in piedi anche mio nonno. Andiamo avanti. La cengia più o meno è li su, se solo si riuscisse a vederla con tutta la vegetazione fitta, spinosa e "cerfante" (slang di incerta origine: produce cerfi cioè graffi).Ho più tagli sulle braccia di quando poto il bouganville.Ore 13.00 siamo in linea con la cengia esattamente 15 minuti per 6 valore del fattore di correzione MSS (mancanza segnalazione sentiero).Lo spettacolo e meraviglioso ed io mi rilasso quando realizzo che sono legata e che non c'è il premio "miss agilità dell'anno".Il percorso non è lungo ma fra andata e ritorno, pausa foto, cibo ed ammirazione panorama, distacco di alcuni che vanno ad esplorare una via di ritorno alternativa, polemica di altri che credono nella indissolubilità del gruppo, imbranataggine di una e meditazione dell'altro per lo scampato pericolo di dover recuperare l'altra, ci ritroviamo al punto di partenza alle 16.00.Che dire, siamo fatti così!